Cosa faremmo senza questo museo?

Si è tenuto ieri pomeriggio, 16 dicembre, il convegno sul decennale del Museo Archeologico di Centuripe. Dieci anni al servizio dei cittadini, dei turisti e dei tanti studenti interessati alle bellezze di un paese così antico come lo è Centuripe, centro siculo e fiorente in epoca ellenistica: scavi realizzati nelle aree limitrofe e secoli di storia portati alla luce da valenti archeologi postisi al servizio di un museo la cui struttura fu costruita intorno agli anni cinquanta, ma aperta al pubblico solamente dieci anni fa, per l’appunto.

Coordinatore della serata, il direttore del museo Francesco Santalucia, il quale apre la conferenza ringraziando i partecipanti e invitando i presenti a far conoscere anche ai bambini, ai giovani quello che di bello e prezioso questo paese offre. Tra gli ospiti, l’Onorevole Michele Galvagno, che mostra il suo rammarico per l’assenza della maggior parte dei suoi concittadini, che avrebbero dovuto sostenere gli sforzi fatti in questi anni dal comune nel valorizzare un’importante specificità della città; doveroso anche il ringraziamento alla Provincia Regionale di Enna che ha contribuito all’apertura del museo.

Il Museo di Centuripe esercita una funzione di centro di attività culturale al fine di esaltare il patrimonio storico-culturale del paese e del suo territorio e ospita, difatti, numerosi reperti archeologici che consentono di ripercorrere la storia del sito, dall’età arcaica fino alla distruzione nel Medioevo. All’interno vi si possono ammirare corredi funerari, terrecotte ellenistiche e il complesso delle sculture romane, illustrati da un apparato didascalico, ricostruzioni d’ambiente, plastici, disegni e carte topografiche. Tra i repertori di maggior rilievo, la statua marmorea raffigurante una Musa de II-I secolo a.C., che riprende un modello d’epoca tardo-ellenistica di scuola rodia; una maschera teatrale raffigurante il tipo del “servo principale” nella Commedia di Menandro de III-II secolo a.C.; e ancora, la testa dell’imperatore Adriano, con corona di alloro e diadema, sicuramente uno dei più bei ritratti esposti all’interno del museo e che doveva far parte di una statua di dimensioni colossali, risalente al II secolo d.C.

«In tutto questo lungo percorso», spiega il sindaco di Centuripe, Antonino Biondi, «le persone alle quali va il merito di aver avuto un ruolo decisivo e fondamentale al raggiungimento di questo importante traguardo sono certamente il nostro deputato regionale, Michele Galvagno e l’ex sindaco, Giuseppe Arena, durante il cui mandato si è completato anche il secondo piano espositivo». Continua il sindaco, «Un merito in particolare va all’amico archeologo Rosario Patané, direttore (fino al 2005, ndr) e fondatore del museo che con grande professionalità, impegno e collaborazione ha contribuito in modo cruciale alla realizzazione di un sogno per Centuripe».

Oggi il museo, che dall’inizio del 2010 ha ottenuto la regionalizzazione, è ente a se stante, dotato di propria autonomia e che può beneficiare delle risorse economiche e della promozione della Regione Sicilia, infatti è stato inserito nel Museo interdisciplinare regionale Giuseppe Alessi di Enna.

Tra gli ospiti intervenuti, l’ex sindaco di Centuripe, l’avvocato Giuseppe Arena, la Soprintendenza di Enna, Fulvia Caffo e l’archeologo Rosario Patané, il presidente di SiciliaAntica, l’architetto Giuseppe Lo Porto; e ancora, il ricercatore C.N.R. Catania, l’archeologo Giacomo Biondi e il vice sindaco di Centuripe, l’ingegnere Giuseppe Biondi, che ha prontamente raccontato la storia dell’edificio che ora ospita il museo archeologico, «Una storia di quasi cent’anni. L’idea della struttura nasce sicuramente tra i cittadini i quali, un giorno, alla fine degli anni trenta, organizzano una sommossa per evitare che alcuni dei resti ritrovati durante degli scavi condotti proprio nel nostro paese fossero portati al museo di Siracusa».

Rientra tra le iniziative del Comune, insieme all’associazione Lega Ambiente e al direttore del museo di Centuripe, la richiesta al Museo archeologico regionale Antonio Salinas di Palermo e al prefetto regionale, il prestito temporaneo della collezione di vasi policromi centuripini per l’allestimento di una mostra presso il museo di Centuripe. Medesima proposta, in via di definizione, al Museo Paolo Orsi di Siracusa, per ottenere in prestito il materiale di deposito proveniente dagli scavi archeologici eseguiti nel territorio comunale, in particolare, la testa dell’imperatore romano Ottaviano Augusto e le teste di altri due etruschi.

Durante il convegno, i presenti hanno potuto visionare una mostra fotografica che ha raccontato i dieci anni del Museo archeologico di Centuripe.

Articolo pubblicato su www.oggimedia.it link: http://www.oggimedia.it/recensioni/1966-che-cosa-faremmo-senza-questo-museo.html

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